La mattina del 13 novembre 2024, la classe 2AEE, accompagnata dalle professoresse Marra Lucia e Palazzo Patrizia, si è incontrata in prossimità del castello Carlo V con la guida Sig.ra Lara per un’avventura straordinaria:
conoscere ed esplorare gli antichi resti dell’antica Lupiae o anche chiamata Lecce romana.
La 1° tappa è stata l’anfiteatro romano di cui si vedeva ben poco a causa dei recenti scavi archeologici. Notizia di questi giorni è, infatti, il progetto che ha come obiettivo riportare alla luce la restante frazione (corrispondente a poco più della metà) dell’anfiteatro romano.
Abbiamo scoperto che ciò che vediamo oggi è solo 1/3 dell’antica “Cavea” (le gradinate) della struttura (la Ima Cavea) mentre tutto il resto (la media e summa cavea) fu depredato e utilizzato nel Medioevo per la costruzione del castello Carlo V.
Come per l’anfiteatro Flavio o Colosseo (ubicato a Roma), nell’anfiteatro leccese avevano luogo combattimenti tra gladiatori e caccia venatorie, ad eccezione dei combattimenti navali (le naumachie).
Spostandoci verso Piazza Sant’Oronzo, è stato possibile osservare il lavoro degli archeologi.
La 2° tappa è stata la colonna e la statua di sant’Oronzo posizionate nella piazza del santo appena citato. La colonna fu donata dalla popolazione brindisina per ringraziare il santo che, nel 1656, liberò la città di Lecce e Brindisi dalla peste.
Attualmente, l’originale della statua di Sant’Oronzo si trova all’interno del comune, mentre, quella che vediamo, è una copia.
La 3° tappa ha avuto luogo in piazza Castromediano sotto la quale sono stati rinvenuti frantoi e grandissimi depositi oleari.
Straordinaria è la storia di piazza santa Chiara, la 4° tappa della visita, dove, già dal II secolo d.C. furono presenti le terme romane. Oggi sono però ricoperte dal parco e non visibili al pubblico a causa dell’assenza di fondi monetari per l’esposizione.
La sorpresa delle sorprese è stato conoscere il tempio di Iside (dea egizia), riportato alla luce nel 2008, nel quale i cittadini di Lupiae veneravano, come in tutto l’impero romano, la dea della vita.
Non tutti eravamo a conoscenza dell’antico teatro romano (6° tappa) che, come l’anfiteatro romano, espone soltanto l’ima cavea.
Anche quest’ultimo è ingabbiato dai recenti restauri ed è poco visibile al pubblico.
Si calcola che vi erano 6000 posti a sedere per un pubblico che, posto sui gradini, osservava un palazzo scenografico posto dietro il palcoscenico sul quale erano poste statue tra cui quella di Cesare Augusto, centrale e più grande delle altre.
Assieme all’anfiteatro, il teatro fu costruito per volere di Cesare Augusto nel I secolo d.C. come ringraziamento dell’accoglienza ricevuta dall’antica Lupiae, nella quale giunse prima di recarsi a Roma ed essere nominato successore di Giulio Cesare.
L’ultima tappa è stata la visita del museo Castromediano dove abbiamo potuto ammirare le opere di origine messapica, come le trozzelle, i crateri (che fungevano da corredo funerario rispettivamente nelle tombe delle femmine e dei maschi) e le anfore rinvenute ad esempio nel canale d’Otranto.
Tutta la mostra era organizzata in 4 sezioni: Regno del Mare, della terra, dei vivi e dei morti.
Si è scoperto che il termine “salentino” deriva dal termine messapico “salo” che significa mare.
Sotto il potere di Roma, tra il II e il III secolo d.C., il Salento divenne un grande produttore ed esportatore di vino, olio, cereali e non solo, trasportati nelle anfore salentine tramite navi che ormeggiavano nell’ antico porto di Lupiae (San Cataldo).
Successivamente il porto venne ampliato per volontà dell’imperatore Adriano, con l’aggiunta di un nuovo molo.
Personale scolastico
Docente